WALA Arzneimittel
Produzione straordinaria

Produzione straordinaria

A partire dalla sua fondazione, WALA si è distinta per il processo ritmico con il quale produce i suoi estratti vegetali a base acquosa senza l’aggiunta di alcool. Nei paragrafi che seguono viene spiegato perché i ritmi sono così importanti per noi.

I fiori di calendula (Calendula officinalis) del nostro giardino botanico
Gli estratti acquosi di piante officinali sono prodotti con un unico processo ritmico del quale fa parte l’incenerimento dei residui vegetali
Gli estratti degli olii di piante officinali seccate completano olii e bagni medicinali

Con la stessa cura con cui otteniamo le materie prime naturali procediamo anche alla loro lavorazione. Per raggiungere questo obiettivo è necessario un grande lavoro manuale e bisogna anche chiedersi quale sia il modo migliore di mantenere i poteri curativi di una sostanza nel relativo preparato. Utilizziamo sia processi omeopatici sia quelli farmaceutici classici. Caratteristico nella produzione WALA è un processo ritmico, sviluppato dal Dr. Rudolf Hauschka e di cui ci serviamo ancora oggi.

“Studia il ritmo, il ritmo porta la vita.”

Dr. Rudolf Steiner al Dr. Rudolf Hauschka

La ricerca di Rudolf Hauschka: estratti di piante officinali a base acquosa

E’ possibile produrre e mantenere estratti di piante officinali anche senza l’azione conservante dell’alcool? Le ricerche negli anni ‘20 del giovane chimico Dr. Rudolf Hauschka (1891-1969) si occupavano proprio di questo tema. Ha trovato la soluzione ispirato dai discorsi con Rudolf Steiner (1861-1925), facendo entrare nel suo metodo di produzione i ritmi della vita: il cambio di polarità tra luce e buio, caldo e freddo, movimento e stasi per una conservazione naturale. Ancora oggi produciamo i nostri estratti di piante officinali a base acquosa, le tinture madri, secondo questo procedimento ritmico di base. Il nome dell’azienda evoca il nostro particolare metodo di produzione dal 1935: WALA è l’acronimo di Wärme-Asche Licht-Asche (Calore-Cenere Luce-Cenere).

Le piante officinali appena raccolte vengono macinate in mortaio per produzione delle tinture madri
Dr. Rudolf Hauschka (1891-1969)

Caratteristica che contraddistingue WALA è la combinazione tra il lavoro manuale e una moderna tecnica di produzione, ritmi naturali e precisi impianti automatizzati. L’esempio ci viene dal Dr. Rudolf Hauschka, che era sia un appassionato chimico sia un osservatore della natura, e che ha sviluppato un procedimento per conservare gli estratti di piante senza alcool. Un processo di produzione sfrutta lavoro manuale e i ritmi naturali, oggi perfettamente inseriti nei processi di produzione moderni.

Le sostanze madri dei medicinali WALA

Non solo la scelta delle sostanze, ma anche la loro qualità influisce in modo determinante su ogni nostro rimedio medicinale. Per questo controlliamo accuratamente la provenienza, purezza e, nel caso di piante, anche la loro vitalità. Se disponibili utilizziamo piante proveniente da coltivazioni biodinamiche o da raccolta selvatica controllata, nel caso dei minerali vengono considerati fattori quali le condizioni di scavo e le formazioni rocciose in cui si trovano. Nel giardino botanico WALA coltiviamo circa 150 piante, dal momento della semina fino al raccolto, con grande passione e assegnando a ogni tipo di pianta una persona che si prende cura di lei. Della borragine (Borago officinalis), ad esempio, si occupa Bernhard Ehrmann, direttore del giardino botanico di piante officinali.

Die Reise der Blauen Sterne
Vieni a trovare Bernhard Ehrmann nel giardino botanico WALA

Il viaggio delle stelle blu

Fiori delicati su uno sfondo di foglie verde intenso: la borragine è una pianta affascinante. Nel giardino botanico WALA abbiamo potuto seguirne coltivazione e raccolta, scoprirne i poteri curativi e il trattamento particolare che riceve dai giardinieri.

La notte precedente alla raccolta è di breve durata: la sveglia suona molto presto, alle 4.30. Alle 5.30 siamo nel giardino botanico di piante officinali di WALA, davanti al campo della borragine. Sui delicati fiori blu c’è ancora la rugiada; l’odore è quello di erba bagnata e spezie. Gli uccelli offrono un concerto a più voci e il sole sorge rosso fuoco tra le siepi del giardino. L’atmosfera in queste prime ore del mattino è davvero particolare, trasmette pace, tranquillità e meditazione. “Perché si deve cominciare la raccolta così presto?” chiediamo a Bernhard Ehrmann, direttore del giardino botanico che sorride guardando i nostri visi assonnati. “Le piante vengono lavorate subito dopo la raccolta e prima delle 11 devono essere sminuzzate e messe in pentole di argilla. Per fare questo i colleghi del reparto di produzione hanno bisogno di tempo sufficiente. Inoltre, al mattino presto, le piante sono rinforzate dal trascorrere dalla notte, riposate e ben ordinate; noi vogliamo utilizzarle in questa condizione.”

Per i giardinieri di WALA è normale cominciare presto la giornata lavorativa, solitamente tra le 5 e le 6 del mattino. Bernhard Ehrmann va spesso a letto già verso le 21, “Alla stessa ora dei miei bambini” ammette ridendo. Le piante stabiliscono la sua routine giornaliera e lo stesso accade anche agli altri giardinieri, durante tutto il corso dell’anno. Anche il tempo atmosferico influenza la loro vita: troppa pioggia, o troppo poca, hanno conseguenze sulla crescita ed evoluzione delle piante.

Il momento della raccolta della borragine è stato rimandato più di una volta negli ultimi giorni, la pianta deve essere in fiore e in piena forza. Per determinare il momento giusto c’è bisogno di molta sensibilità, di una precisa capacità d’osservazione e di tanta esperienza. Ora il momento è arrivato: i collaboratori si preparano, portano grandi cesti intrecciati di vimini sul campo e distribuiscono una forbice da raccolta ad ogni aiutante. Sei giardinieri e un apprendista nel giardino botanico di piante officinali sono al lavoro e quest’estate ricevono anche il sostegno di tre aiutanti. Bernhard Ehrmann dirige le operazioni di raccolta: per ciascun operazione c’è sempre un capo raccolta, quasi sempre rappresentato dall’addetto alla cura della pianta. “Il nostro giardino è suddiviso in settori” spiega il giardiniere WALA Joscha Huter. “Ogni coltura ha il suo curatore che se ne occupa e sviluppa con la pianta una relazione particolare, dal momento della sarchiatura a quello della raccolta.” La borragine (Borago officinalis) è la pupilla di Bernhard Ehrmann.

“Tagliamo al di sopra del secondo asse della foglia” spiega Ehrmann ai suoi collaboratori “così la borragine può germogliare una seconda volta.” Il secondo germoglio non può più essere utilizzato per i prodotti farmaceutici, ma viene impiegato come cibo per le api presenti nel giardino WALA. L’equilibrio ecologico tra pianta, animale e uomo è fondamentale in questo giardino di WALA coltivato seguendo principi della biodinamica.

Borragine appena colta (Borago officinalis)
Le cesoie separano gli steli carnosi e ricchi di succo della borraggine

Il lavoro viene svolto con grande concentrazione, alcuni portano i guanti per evitare che la fine peluria della borragine irriti la pelle. Ognuno riceve un cestino e sceglie una fila di piante. I giardinieri osservano con attenzione ogni singolo ramo, le foglie sporche o malate vengono eliminate già sul posto. Si raccoglie soltanto l’erba in fiore: “herba” è il termine tecnico. Si sente il rumore delle forbici quando recidono gli steli carnosi delle piante. “La borragine è acqua pura” spiega Bernhard Ehrmann. “Tagliandola il liquido all’interno degli steli sgorga copioso.” Nell’aria si sente un leggero aroma che ricorda il cetriolo, questo è un po’ il profumo dei suoi fiori. In breve tempo due terzi del campo sono stati tagliati. “È sufficiente, ora andiamo a pesarli” decide il giardiniere capo. 80 chili di massa vegetale erano stati ordinati dal reparto produttivo e i 14 cesti contengono già 103 chili di borragine. L’ultimo terzo delle piante può quindi restare nel campo, per la gioia delle api.

Bernhard Ehrmann compila il protocollo di raccolta che riporta il nome delle piante, la data, l’ora, la quantità raccolta e il codice di lotto; tutto deve essere documentato. A pochi metri di distanza dal giardino WALA c’è il punto di ricevimento merce a cui viene consegnata la borragine e dove i collaboratori dell’azienda cominciano immediatamente la lavorazione di ciò che è stato raccolto. Guardiamo l’orologio, sono appena le sette, il tempo giusto per “sfruttare l’energia cosmica benefica delle ore del mattino per la lavorazione” come spiega Walter Janetschek del reparto delle essenze.

Borretsch (Borago officinalis)

La pianta officinale e aromatica della borragine cresce fino a 70 cm di altezza e ha una peluria ruvida sugli steli e sulle foglie. Le forti foglie di color verde scuro sono ellittiche e picciolate. Da giugno ad agosto la pianta ha fiori a cinque petali di colore azzurro vivo. Inizialmente nascono rosa e solo più tardi diventano blu a causa della modifica del valore di pH. La borragine può essere chiamata anche borraggine, boragine, borana oppure, poco poeticamente, erba pelosa. Contiene tannini, silicio, mucillagini e flavonoidi e, tradizionalmente, presenta un’azione astringente, antinfiammatoria, cicatrizzante e veno-tonica.

Dalla materie prime vegetali alle tinture madri, alle essenze e altro

A seconda della formulazione, scegliamo anche il tipo di lavorazione. Se le materie prime vengono spremute, cotte, sminuzziate in mortaio, se vogliamo ottenere estratti oleosi o acquosi, tutto dipende solamente da come i poteri curativi di una sostanza vengono valorizzati al meglio. Quasi sempre i processi ritmici ricoprono un ruolo molto importante nella preparazione, come ad esempio, quando produciamo gli estratti acquosi nel laboratorio delle piante situato proprio vicino al giardino botanico. Qui le piante officinali appena raccolte vengono lavate, selezionate e preparate per la successiva lavorazione. A seconda della formulazione da preparare, utilizziamo la pianta intera (planta tota) oppure solo alcune delle sue parti come ad esempio i petali, le foglie e lo stelo, i semi o le radici.

Die Verarbeitung
Accompagnaci nel laboratorio delle piante di WALA

Nel laboratorio delle piante lavoriamo con le polarità

“Il lavoro nel laboratorio delle piante di WALA somiglia un po’ a quello di un musicista: soltanto ripetendo con l’esercizio in maniera costante lo si riesce ad eseguire, anche con una certa soddisfazione.” Ernst Selinger sa bene di cosa parla, ha diretto il laboratorio delle piante di WALA a Eckwälden per più di 25 anni.

Oggi WALA, accanto al laboratorio originale a Eckwälden, ha affiancato una seconda sede a Rosenfeld, 100 km sud-ovest dalla sede principale; Christian Reichle a Rosenfeld e Stefan Hirschberger a Eckwälden hanno assunto la direzione dei due laboratori. Nel corso dell’anno i dipendenti realizzano circa 150 tinture madri da 118 tipi differenti di piante officinali: con un attento lavoro manuale selezionano le radici, le foglie, gli steli e i semi, li puliscono e li sminuzzano finemente. Sospesa in acqua la pianta subisce un processo ritmico della durata complessiva di sette giorni. Diverse polarità agiscono sulla pianta in sospensione: luce e oscurità, stasi e movimento, caldo e freddo. La tintura madre è ottenuta seguendo le normative della farmacopea dei medicinali omeopatici (HAB) e si conserva senza l’aggiunta di alcool. Riposa poi per sei mesi prima di essere utilizzata nella produzione dei medicinali WALA.

Gli assistenti di laboratorio sminuzzano a mano le piante officinali appena raccolte: utilizzando un coltello e poi in mortaio

Ogni pianta ha il suo “carattere”

Nei laboratori convivono due aspetti che caratterizzano il lavoro: da un lato c’è il ritmo costante della lavorazione, inserito nel ritmo naturale del sole, dall’altro lato ci sono i diversi tipi di piante e le individualità dei collaboratori. “Le fasi di lavoro sono, in linea di principio, sempre le stesse; devono essere eseguite con cura e precisione affinché la tintura madre possa essere prodotta correttamente. Nonostante questo, però, il lavoro nel laboratorio non procede seguendo uno schema troppo rigido, perché ogni pianta ha le sue caratteristiche e ognuna si distingue così nella lavorazione” spiega Stefan Hirschberger.

Senso civico

Nel laboratorio di Eckwälden lavorano circa 20 dipendenti, a Rosenfeld 9 e tutti provengono da settori di specializzazione diversi tra i quali possiamo annoverare l’agricoltura, la biologia, la chimica e il sociale. Personalità e tipi di formazione diversi che però contribuiscono tutti con qualcosa di assolutamente necessario per la produzione degli estratti vegetali secondo il procedimento WALA: la cura per la pianta e il senso civico.

Alternandosi, i dipendenti svolgono il turno del mattino o della sera. Un’ora prima del sorgere del sole il turno mattutino apre gli armadi termostatati nei quali si trovano, al buio, le sospensioni acquose di piante, a una temperatura di 37 °C. Queste vengono portate alla tenue luce dell’alba, raffreddate in un bagno di ghiaccio e agitate. Passata un’ora dall’alba vengono riportate al buio, al caldo e nella quiete negli armadi termostatati dove rimangono fino a quando il turno serale le riprende un’ora prima del calare del sole, riesponendole alla luce, raffreddandole e agitandole, per poi porle a riposo fino all’alba successiva. Passati tre giorni e mezzo le sospensioni vengono filtrate e i residui pressati, asciugati ed inceneriti. Dopo altri tre giorni e mezzo avviene una successiva filtrazione e infine l’aggiunta di una quantità esattamente pesata della cenere vegetale precedentemente prodotta.

“In estate, quando il sole sorge molto presto, la giornata lavorativa del turno mattutino termina già a mezzogiorno. Così anche l’alternarsi delle stagioni influisce sul lavoro nei laboratori” spiega Stefan Hirschberger.

Dietro a tutta la lavorazione c’è una complessa pianificazione: le piante officinali fresche devono trovarsi nel giusto stadio di sviluppo per poter essere raccolte e la maggior parte dei processi naturali, come la maturazione o lo sbocciare dei fiori non sono facili da prevedere perché dipendono anche dalle condizioni atmosferiche. Per questo motivo sono necessarie una precisa capacità d’osservazione e reazioni veloci: uomo e natura lavorano mano nella mano nel vero senso della parola.

Cos’è una tintura madre?

Una tintura madre WALA è un estratto vegetale acquoso che otteniamo tramite un procedimento ritmico. Le parti delle piante fresche appena raccolte vengono sminuzzate a mano, tritate e mescolate nell’acqua. Questa sospensione viene sottoposta per sette giorni all’alternanza ritmica di luce e buio, caldo e freddo, stasi e movimento. La tintura madre che ne risulta matura per sei mesi prima di poterla potenziare o lavorare direttamente a costituire un rimedio medicinale.

Calcea Wund- und Heilcreme
Cos’è un succo spremuto?

Per ottenere un estratto pressato vengono lavorate le parti fresche e aeree di una pianta trasformandole in un succo che viene poi purificato e stabilizzato. Per spremitura si ottiene un derivato che mantiene in sè tutta la forza della pianta.

Cos'è un estratto in olio?

Anche tramite un estratto oleoso è possibile ricavare dalle piante principi attivi medicinali. Queste formulazioni hanno in più un impulso termico che sottolinea le qualità della pianta. In WALA l’olio per gli estratti viene riscaldato a 37 °C (la temperatura corporea) affinché i poteri curativi di una pianta possano essere meglio assorbiti dall’organismo e accompagniamo il processo, della durata di sette giorni, con un’alternanza ritmica di stasi e movimento.

Cos’è un decotto?

Un decotto si ottiene tramite un processo di bollitura. Viene sempre preparato fresco e infine unito agli altri principi attivi.

Cos’è un’essenza?

Per ottenere un’essenza di solito mescoliamo le piante fresche sminuzzate con una miscela di acqua ed etanolo. Come nel caso delle tinture madri e degli estratti oleosi, questo preparato viene sottoposto per 7 giorni alla luce all’alba e al tramonto e agitato.

“Il potenziale della natura viene portato all’Uomo attraverso la conoscenza, il lavoro e l’amore per i medicinali. Questo modo di concepire il processo farmaceutico è un aspetto determinante per la concezione dei medicinali antroposofici.”

Annette Greco, Direttrice Sviluppo Galenico

La produzione di una composizione medicinale

Le nostre tinture madri e i nostri infusi, decotti e succhi non sono quasi mai il prodotto medicinale già pronto. Vengono di regola ulteriormente lavorati, ad esempio tramite potenziamenti omeopatici. Per molte formulazioni combiniamo sostanze preparate in modo diverso in una singola composizione, indicata come “comp” nella descrizione del prodotto. Questi preparati composti sono tipici della medicina antroposofica e quindi dei medicinali WALA nei quali una composizione è sempre di più della somma dei singoli componenti. Con essa si crea un medicinale completo in grado di agire su una persona in modo individuale e olistico: dal punto di vista fisico, mentale e spirituale.

I medicinali WALA hanno una biografia inconfondibile e una qualità propria grazie alla scelta e alla qualità delle loro sostanze base, alla loro preparazione e alla loro composizione.

Cosa significa potenziare?

Potenziare significa che le sostanze vengono diluite nelle proporzioni descritte e movimentate ritmicamente. WALA lavora con valori di potenza D che indica decem, dieci in latino, e identifica una proporzione 1:10 tra diluito e diluente. Prendiamo, ad esempio, una parte di tintura madre e la mischiamo con nove parti d’acqua per ottenere una potenza D1. Se una potenza D1 viene miscelata nuovamente con nove parti d’acqua si ha una potenza D2 e così a seguire per le potenze maggiori. Le sostanze insolubili in acqua, come ad esempio i minerali, vengono inizialmente miscelati, sempre in potenze di 10, con il lattosio.

Besuchen Sie mit uns Markus Giesder im Potenzierlabor
Vieni a trovare con noi Markus Giesder nel laboratorio in cui si preparano le soluzioni potenziate

Dalla natura: il processo di potenziamento

I laboratori in cui si preparano le soluzioni potenziate WALA sono quelli in cui nascono le sostanze base per i nostri medicinali. Il direttore del laboratorio, Markus Giesder, si è messo a disposizione per le nostre domande:

Ci racconti qualcosa sul laboratorio in cui si preparano le soluzioni potenziate…

WALA ha due laboratori nei quali lavorano 17 dipendenti. Un laboratorio è dedicato ai medicinali non sterili e prepara le soluzioni potenziate per i prodotti ad applicazione topica (unguenti, gel…) e per quelli ad uso orale come i globuli velati. L’altro laboratorio è una “clean room” in cui avviene la produzione per di forme farmaceutiche sterili: qui vengono realizzate le soluzioni potenziate per uso sottocutaneo e oculare.

Da dove provengono le materie prime che vengono potenziate?

Le tinture madri/infusi vegetali provengono dal laboratorio situato accanto al nostro giardino, i minerali vengono acquistati. Lavoriamo diverse pietre preziose come quarzo, ametista, rubino... da cui produciamo triturazioni. Una triturazione è un tipo di potenziamento nel quale il mezzo utilizzato non è l’acqua ma il lattosio, questo processo dura un’ora per ogni passaggio di potenza.

Ad ogni passo di potenziamento, tintura madre e acqua vengono agitati esattamente per due minuti e mezzo.
I materiali solidi, come ad esempio il quarzo, vengono tritati manualmente in presenza di lattosio

Quand’è che una sostanza subisce un processo di triturazione e quando no?

Dipende tutto dalla natura della sostanza. Un succo/infuso vegetale si mescola e diluisce in acqua, può quindi essere direttamente potenziato. Una sostanza solida come il quarzo, invece, non può essere semplicemente messa in acqua e agitata perché non è solubile. Per questo motivo deve avvenite prima un processo di triturazione in lattosio.

I minerali però sono duri...

Infatti prima di tutto devono essere ridotti in una polvere molto sottile prima di poter essere triturati. Per ottenere una potenza D6, ad esempio, il minerale dovrà essere triturato in sei passi di un’ora ciascuno; di conseguenza si tratta un procedimento che richiede tantissimo tempo. In WALA, a differenza di altre aziende che utilizzano macchinari di triturazione o la macina a pietra, le triturazioni vengono effettuate a mano. La Farmacopea omeopatica prevede che, nel caso di triturazione manuale, possa essere processato al massimo un chilo di sostanza per volta.

Triturare un chilogrammo di minerale! non è tanto?

Bisogna ricordarsi che, tenuto conto della diluizione, sono solo 100 grammi di minerale e 900 grammi di lattosio. Spesso non ci servono nemmeno quantità così elevate, generalmente si lavorano intorno ai 5 grammi di minerale e 45 grammi di lattosio. In seguito al processo di triturazione, la miscela minerale-lattosio viene sciolta/dispersa in acqua e si continua il potenziamento.

È serve un lavoro enorme...

Sì, certamente, anche se il passo di potenziamento in acqua, dura solo due minuti e mezzo. E’ la triturazione il passaggio più lungo.

Come entra poi la sostanza potenziata nella formulazione in globuli?

Normalmente il potenziamento avviene utilizzando soluzioni alcoliche, in questo caso i globuli, piccole sfere di zucchero, vengono imbibiti di questa soluzione. WALA, invece, produce globuli velati, ossia rivestiti. Il nostro processo di potenziamento prevede l’utilizzo esclusivo di acqua, e non alcool. L’ultimo passaggio di potenziamento avviene quindi in una soluzione zuccherina appiccicosa che viene poi direttamente utilizzata per ricoprire i globuli. Questo è anche il motivo per cui i nostri globuli sono più grandi.

Il lavoro di potenziamento sembra anche rilassante perché meditativo, è così?

Lo è ma rimane anche faticoso fisicamente e bisogna considerare le quantità relativamente grandi che lavoriamo. Vogliamo operare mantenendo uno spirito positivo e cercando di ricavare il massimo dal materiale che stiamo potenziando. Questo, per sua stessa natura, comporta un’impostazione del lavoro di tipo meditativa e quindi, in un certo modo, rilassante. Per me il processo di potenziamento rappresenta spesso un’oasi di pace all’interno della giornata a cui non vorrei rinunciare.

Per la produzione dei globuli velati, l’ultimo passo del potenziamento avviene in una soluzione zuccherina preparata in grandi beute di vetro

Le diverse forme farmaceutiche dei medicinali WALA

Al termine delle fasi di estrazione e lavorazione delle materie prime e dopo il loro potenziamento ed eventuale miscelazione, il preparato viene portato nella sua forma farmaceutica finale. Queste ultime operazioni vengono eseguite con processi tecnologici moderni e seguendo le severe normative igieniche in vigore per i medicinali. Tra i quasi 400 medicinali in commercio si possono annoverare: unguenti, gel, supposte, colliri, olii, soluzioni iniettabili, capsule, globuli velati... Un ampio spettro di prodotti dedicati all’uso sia topico che interno per il trattamento di diverse tipologie di disturbo in tutte le diverse fasi della vita. I medicinali WALA sono concepiti allo scopo di poter fungere da completamento e supporto di altri metodi terapeutici e si possono quindi  utilizzare in combinazione con i preparati della medicina convenzionale.

Una particolarità: i globuli velati WALA

I globuli sono delle piccole sfere di saccarosio che veicolano una miscela potenziata. In molti casi si tratta di una soluzione alcolica con la quale vengono impregnati, ma nel caso di WALA è diverso: noi rivestiamo i globuli con una soluzione zuccherina della sostanza potenziata. Per questo i nostri globuli sono accompagnati dalla parola “velati”. Il processo di rivestimento con lo zucchero ci permette, anche in questa fase produttiva, di rinunciare completamente all’alcool rendendoli adatti a trattare anche i bambini e le donne in gravidanza e allattamento. A causa di questa loro natura, si dovrebbe evitare il più possibile il contatto con le mani e usare il coperchio del vasetto per contarli e assumerli.

L’impianto di rivestimento movimenta i globuli di partenza e li filma con la soluzione zuccherina contenente la sostanza potenziata