WALA Arzneimittel

Le sostanze dalla natura

Per i nostri medicinali utilizziamo circa 500 differenti sostanze che provengono dai tre regni della natura: minerale, animale e vegetale. Nel giardino biodinamico coltiviamo più di 150 piante officinali secondo le direttive dell’associazione Demeter, altri tipi di colture crescono a Sonnenhof, la nostra tenuta agricola, anch’essa certificata Demeter, altre ancora vengono da aziende partner a coltivazione biologica o da raccolta selvatica controllata.

Il giardino botanico delle piante officinali WALA, coltivato secondo le regole dell’agricoltura biodinamica

Il giardino botanico di piante officinali WALA

Proprio dietro alla sede aziendale della nostra casa madre a Bad Boll comincia il giardino botanico delle piante officinali WALA; un’oasi di circa 4,5 ettari nella quale crescono 150 tipi di piante diverse a nostra disposizione da cui ottenere i principi attivi contenuti nei medicinali WALA. Qui i nostri giardinieri producono le proprie sementi, coltivano le piante, allevano le api, dissodano e concimano i terreni, raccolgono fiori, foglie e radici, giorno dopo giorno. Attraverso tutte queste cure assicuriamo alla materia prima la qualità di cui abbiamo bisogno per la produzione dei medicinali.

Una qualità particolare

Coltivare le proprie sementi rappresenta un grande vantaggio perché, nel corso degli anni, si viene così a creare una specie di “ecotipo” che risponde alla qualità WALA e permette la produzione di piante vitali e sane, perfettamente adattate al luogo in cui crescono. La loro particolare qualità si manifesta anche durante la successiva lavorazione delle piante in laboratorio dove vengono prodotte le tinture ritmizzate a base acquosa che costituiscono la base dei medicinali WALA.

Il nostro giardiniere Bernhard Ehrmann ci racconta del suo lavoro nel giardino botanico WALA.

A ritmo con il giardino

Bernhard Ehrmann emana la tranquillità che ci si può aspettare soltanto da un giardiniere. Sul suo posto di lavoro gli alberi si stagliano nel cielo, le api ronzano intorno agli arbusti di biancospino, le rane gracidano nel laghetto. Nel giardino botanico delle piante officinali WALA coesistono però anche aree in cui nemmeno il giardiniere si addentra affinché tutto possa svilupparsi naturalmente.

“Il nostro giardino botanico” dice Bernhard Ehrmann “è costituito come un ciclo: le piante crescono, vengono lavorate dai colleghi del laboratorio e tutto ciò che non va a costituire il prodotto viene compostato. In questo modo torna al terreno in forma di concime rivitalizzante chiudendo così il cerchio!”

Sei giardinieri si occupano di una superficie di 4,5 ettari

Le garanzie di qualità del giardino botanico WALA

WALA ha bisogno di piante officinali sane e forti per la produzione dei suoi prodotti. Per assicurare queste caratteristiche utilizza sementi di produzione propria, cura le piante con molta attenzione e rinforza il terreno con il proprio compost. Questi passaggi rappresentano una premessa irrinunciabile per assicurare la qualità e l’efficacia dei medicinali WALA.

Bernhard Ehrmann è il Responsabile del giardino botanico WALA: sei giardinieri si occupano di una superficie di 4,5 ettari. “Ricaviamo i semi per produrre la maggior parte delle nostre piante direttamente dal giardino. Le poche sementi che non possiamo raccogliere personalmente vengono acquistate da produttori qualificati con i quali collaboriamo da molti anni.”

Una parte dei semi viene fatta cresce in serra dove si trasforma in delicate piantine in tempo per la primavera. Quando fuori c’è abbastanza caldo i giardinieri le trapiantano manualmente nel giardino. “Il momento in cui la pianta si può considerare pronta per un vaso più grande o per essere piantata nella terra dipende sia dal giudizio del giardiniere che dalle condizioni atmosferiche e del terreno.”

Ogni pianta è un mondo a sé

Nessuna pianta è uguale alle altre. Una tollera bene il trapianto nel terreno, altre crescono meglio se seminate direttamente nell’aiuola.

Quando è arrivata al giusto momento di crescita, i colleghi del laboratorio ne raccolgono i fiori, le foglie, le radici o la pianta intera; a seconda della parte necessaria alla produzione dei medicinali.

Ciò che non viene utilizzato viene compostato. “Il nostro compost è una miscela di tutto ciò che cresce in giardino: rami, erba, piante”. Due volte l’anno i giardinieri lo rigirano con pala e forcone e lo arricchiscono con preparati biodinamici specifici, giunge così a maturazione dopo due anni e mezzo.

Sul compost viene distribuita anche la cenere proveniente dai resti essiccati delle piante pressate in laboratorio chiudendo ulteriormente il ciclo del giardino botanico. Questi passaggi in sequenza creano il ritmo naturale al quale lavorano i giardinieri. Forse è proprio questo ritmo a permettere a Bernhard Ehrmann di emanare tranquillità.

Il compost, prodotto internamente

La coltivazione nella nostra azienda agricola

Al limitare della città di Bad Boll si trova Sonnenhof, un’azienda Demeter con terreni a pascolo e altri coltivati, nella quale crescono il foraggio per le mucche da latte, i cereali, la verdura e alcune piante officinali. Qui, ad esempio, vengono coltivate la calendula, l’echinacea e la piantaggine per i medicinali WALA. Alla raccolta della calendula partecipano i collaboratori WALA appartenenti a tutti i reparti, questo grazie al meraviglioso spettacolo dei colori.

Partecipa alla raccolta della calendula al Sonnenhof, la nostra fattoria Demeter.
La raccolta della calendula (Calendula officinalis) comincia molto presto al mattino

Il periodo della raccolta nel meraviglioso spettacolo dei colori

In contrasto con il grigio scuro del cielo si estende il campo di calendula di color arancione brillante. Van Gogh non avrebbe potuto portarlo sulla tela in modo più spettacolare. La raccolta dei singoli fiori della calendula rappresenta un’esperienza dei sensi particolare de olistica. “Oggi abbiamo bisogno di 460 chili di fiori di calendula” spiega Bernhard Klett, agricoltore biologico di Sonnenhof “ce l’ha possiamo fare in quattro ore.”

Raccolta all’alba

Da maggio a luglio, alle volte anche fino ad agosto, i collaboratori WALA aiutati da alcuni volontari si occupano della raccolta della calendula. Raccolgono le piante martedì e venerdì al sorgere del sole. “All’alba le piante sono rinforzate dal passare della notte, sono riposate e ordinate. E’ proprio in questa condizione che le vogliamo utilizzare” Dice Bernhard Ehrmann, direttore del giardino delle piante officinali WALA.

Ogni raccoglitore è dotato di un equipaggiamento base costituito da un secchio legato al ventre della capacità di circa due chili. I fiori devono essere completamente staccati dagli steli ricoperti di peluria, nessun residuo del gambo deve rimanere attaccato alla parte inferiore. Le macchine di raccolta non possono lavorare con tanta precisione, proprio per questo la raccolta della calendula viene effettuata a mano.

Spezzare i fiori in modo netto e preciso separandoli dallo stelo non è facile per chi non è un raccoglitore professionista. Soprattutto all’inizio quasi ogni fiore deve essere “ricontrollato” e la parte verde rimasta attaccata viene tagliata con delle forbicine. Dopo una mezzora circa il primo secchio è finalmente pieno.

Bernhard Klett, l’amministratore del Sonnenhof, dà una mano nella raccolta

Ulteriore trattamento

Durante questa mattinata il tempo vola, dopo quattro ore e mezzo è stata raggiunta la quantità giornaliera prevista ma il campo appare ancora in pieno fiore. L’intenso gioco di colori dei fiori continuerà a rallegrare chi va a passeggio, fino ai primi geli. I raccoglitori fanno ritorno al rimorchio per un meritato spuntino alla tenuta Sonnenhof. I fiori intanto vengono invece portati freschi dal campo al reparto che si occupa della produzione essenze di WALA.

La calendula è una delle piante officinali più conosciute. Questa pianta composita contiene, tra l’altro, olii essenziali, saponine, carotenoidi, sostanze amare e flavonoidi e viene tradizionalmente impiegata nel trattamento di ferite infette e per la cicatrizzazione.

Piante da raccolta selvatica controllata

Alcune piante crescono meglio nel loro ambiente naturale che sotto il controllo e la cura del giardiniere. L’eufrasia ad esempio, ha bisogno di un ambiente montano e aspro per poter sviluppare al meglio la sua forza benefica; per questo motivo abbiamo incaricato un raccoglitore selvatico autorizzato di cercare per noi l’eufrasia nei Volgi meridionali, a 1.200 metri d’altezza. Questa raccolta va fatta con attenzione, per non mettere in pericolo le riserve della piccola pianta officinale.

Accompagna i nostri erboristi alla raccolta dell’eufrasia.

Raccolta selvatica: l’eufrasia

Un fiorellino bianco chiamato eufrasia rappresenta una delle piante officinali più importanti per la produzione dei medicinali. Un raccoglitore selvatico esperto li raccoglie per noi ad alta quota sui Volgi, dove il terreno è povero, nell’ambiente duro della montagna la pianta sviluppa al meglio i suoi principi attivi.

Il nostro raccoglitore conosce i posti migliori

Circondato da prati brulli, un sentiero roccioso conduce in alto sulla montagna. Il punto di raccolta si trova nei Volgi francesi meridionali, a circa 45 km a sud ovest di Colmar. Da oltre 37 anni Friedrich Reyeg (64 anni) raccoglie per noi queste piante selvatiche. Oggi è in programma la raccolta di 20 kg di eufrasia per il reparto di produzione delle essenze WALA. In questo caso è necessaria la “planta tota”, ossia la pianta intera, radici comprese. “Ormai ho acquistato una certa routine” racconta il raccoglitore. “Conosco i posti migliori e, se serve, anche qualche posto alternativo.” Purtroppo alcuni buoni punti di raccolta sono andati persi negli anni perché, ad esempio, la superficie adibita al pascolo è troppo frequentata oppure semplicemente perché anche altre aziende raccolgono qui i propri fiori.

Friedrich Reyeg ama il suo lavoro e non vuole smettere di farlo

Solo le piante perfette vengono raccolte

Reyeg è un uomo tranquillo e coscienzioso. Con gesti esperti raccoglie le pianticelle di eufrasia dal prato. “Prendiamo solo le piante già cresciute” spiega, girando con cautela la piantina tra le dita. Il controllo visivo avviene immediatamente sul posto: la pianta è stata attaccata da funghi? le foglie sono secche? Solo se è in condizioni perfette finisce nel cestino verde di raccolta. Reyeg porta i cestini pieni all’ombra e per mantenerle fresche spruzza le piantine con acqua di fonte e le copre con dei panni bianchi.

L’eufrasia è una pianta forte che cresce su terreni poveri

Raccolta selvatica autorizzata

I prati dove Reyeg effettua la raccolta appartengono per la maggior parte ai comuni del luogo. Naturamus GmbH, la nostra società affiliata per l’acquisto di materie prime, ottiene dalle autorità l’autorizzazione alla raccolta. Altri luoghi sono di proprietà dei contadini residenti. “Loro sono felici quando veniamo a fare la raccolta” spiega Reyeg con un sorriso “In Austria l’eufrasia viene chiamata anche ‘ladra di latte’ perché gli animali producono meno latte se ne mangiano molta.” Per mantenere le scorte non raccoglie mai tutte le piantine in un posto solo e lascia alle aree di raccolta il tempo per recuperare. “Anche loro hanno bisogno di pause” spiega.

Nei Vosgi, un altopiano nella Francia orientale, si trova il punto di raccolta dell’eufrasia
“Planta tota” è il termine tecnico che indica la lavorazione della pianta intera, dal fiore alla radice

Al ritmo delle piante

Una volta raggiunta la quantità prevista, Friedrich Reyeg torna a casa con il suo raccolto. Lì stende le piante su particolari setacci con la rete in seta da lui stesso creati ed elimina fili d’erba e altri corpi estranei. Il mattino seguente porta l’eufrasia già alle 7 del mattino all’azienda di produzione delle essenze WALA per essere lavorata. Se pensa a smettere? Friedrich Reyeg scuote la testa. “Il ritmo annuale delle piante, la natura, il sorgere del sole durante la raccolta… tutto questo mi mancherebbe davvero. Continuerò finché il fisico me lo posso permetterà.”

Collaborazioni biologiche in tutto il mondo

WALA supporta progetti di agricoltura biologica in altri paesi combinando così la possibilità di approvvigionarsi di materie prime di alta qualità ad un commercio equosolidale. In Afghanistan, ad esempio, in cooperazione con l’organizzazione umanitaria tedesca Welthungerhilfe, offre a circa 700 coltivatori un’alternativa alla coltivazione dell’oppio, quella delle rose. Altri campi di rose si trovano in Turchia e sull’altopiano Etiope. In queste realtà WALA ha introdotto le talee e sviluppato, tramite suoi consulenti esperti, la loro coltivazione biologica. L’olio di rosa così ottenuto non viene utilizzato soltanto per la cosmesi Dr. Hauschka, ma costituisce anche un principio attivo in alcuni rimedi WALA. Per conoscere il territorio in cui cresce la regina dei fiori, il seguente articolo ti conduce in Etiopia.

Vieni con noi in Etiopia nel regno della regina dei fiori.

Nel regno della regina dei fiori

Normalmente, per l’olio essenziale di rosa si pensa alla Turchia, alla Bulgaria o all’Iran… ma all’Etiopia? L’altopiano etiope, invece, non è famoso soltanto per il caffè; è anche un luogo perfetto per la coltivazione della profumata “rosa damascena” dai cui fiori si ricava il prezioso olio essenziale di rosa.

Nel 2005 l’etiope Fekade Lakew, con l’aiuto di WALA Heilmittel GmbH, ha cominciato a coltivare sui suoi sei ettari di terreno le rose damascene secondo i principi della coltivazione biodinamica. La produzione di rose dell’azienda Terra PLC si trova a 2.900 metri di altezza, a Debre Birhan, circa 125 chilometri a nord della capitale, Addis Abeba. Nel 2002 qui si coltivavano verdure e poi rose recise. Ma queste non sopportavano le gelate primaverili dell’altopiano etiope e Fekade Lakew ha quindi deciso di provare con le rose damascene. Il conrtatto con WALA, entusiasta del progetto, è stato redatto velocemente. “Pensavamo già da molto tempo di tentare la coltivazione delle rose in una zona vicino all’equatore” ci ha detto Ralf Kunert, amministratore delegato di Naturamus GmbH (la succursale indipendente di WALA che procura le materie prime e le sostanze base per i medicinali e per la cosmesi in tutto il mondo). “Tanto più una pianta cresce vicino all’equatore tanto maggiore sarà la durata della sua fioritura.” Infatti, mentre in quei paesi famosi per la coltivazione delle rose come Bulgaria, Turchia o Iran, le rose hanno un periodo di fioritura di quattro settimane, durante il quale devono anche essere raccolte, la fioritura delle rose a Debre Birhan dura ben otto settimane. “Un vantaggio enorme” spiega Ralf Kunert “perché per raccogliere la stessa quantità di rose si dispone del doppio del tempo.” Questo significa che le persone sono meno sotto pressione, servono meno raccoglitori che però possono essere impiegati per un tempo più lungo o addirittura a tempo indeterminato. Durante la raccolta è possibile controllare più attentamente la qualità delle rose e anche il lavoro del distillatore è più adeguatamente distribuito nel tempo. Le rose dell’altopiano etiope presentano anche un ulteriore vantaggio: con i loro quattro grammi per fiore pesano quasi il doppio rispetto alle rose coltivate in altri paesi.

Mani laboriose raccolgono i fiori delle rose damascene.
Dai fiori appena colti delle rose damascene si ricava l’olio essenziale di rosa

Responsabilità sociale

Allo scopo di supportare il progetto WALA aveva regalato le prime talee, che sono ormai diventate veri e propri cespugli. Affinché le piante possano ricevere le giuste cure sin dall’inizio e si trovino nelle migliori condizioni di partenza, WALA ha affiancato a Fekade Lakew e ai suoi collaboratori un consulente per la coltivazione biodinamica che, più volte l’anno, fa visita all’azienda agricola per formare e consigliare sui metodi corretti di coltivazione delle rose. WALA ha standard di qualità molto elevati per quanto riguarda le materie prime da utilizzare; per questo motivo nel 2012 nell’azienda agricola di Fekade Lakew è stato svolto un primo audit di certificazione secondo le normative Demeter e le direttive di “Fair for life”, uno standard per il commercio equosolidale. Grazie ad investimenti WALA è stato installato anche un moderno distillatore. Su incarico del Ministero Federale per la Collaborazione Economica e lo Sviluppo (Bundesministeriums für wirtschaftliche Zusammenarbeit und Entwicklung - BMZ) e della Società Tedesca per la Collaborazione Internazionale (Deutschen Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit GmbH GIZ) un esperto bulgaro, che aveva già svolto il ruolo di mediatore per WALA, ha diretto sul posto la costruzione del distillatore in Etiopia. “Per noi è molto importante sviluppare le conoscenze necessarie direttamente presso i nostri partner di questo progetto” spiega Ralf Kunert. “Fornire un aiuto mirato all’autosufficienza è il motto di WALA”.

Cooperazione leale

L’olio essenziale di rosa prodotto dall’azienda di Fekade Lakew è il primo del suo genere a provenire dall’Africa in qualità Demeter. L’olio di rosa trova impiego in quasi tutti i prodotti Dr. Hauschka e anche in alcuni medicinali WALA. Per la produzione di un chilogrammo di olio sono necessari la superficie di circa un ettaro di terreni coltivati e quattro tonnellate di rose . WALA si è impegnata ad acquistare tutto l’olio di rosa prodotto dai partner coltivatori per un periodo di dieci anni. “Passato questo tempo, la quantità acquistata dovrebbe rappresentare al massimo il 60-70% della produzione totale” dice Ralf Kunert. “Non vogliamo che un partner contrattuale dipenda interamente da noi, deve essere in grado di trovare anche altri clienti in modo da potersi sostenere in modo autonomo.”

Fekade Lakew ha preso in affitto altri 14 ettari di terreno ad Angolela, regione situata a dieci chilometri di distanza. Qui crescono già molti cespugli di rose che sono destinati ad aumentare se l’esempio di Fekade Lakew sarà seguito da altri contadini della zona. Nel villaggio vicino ci sono già delle persone interessate e, se tutto andrà bene, anche loro coltiveranno presto rose preparando l’olio nel distillatore ampliato di Terra PLC. In questo modo la coltivazione delle rose sta crescendo in Etiopia e la situazione economica e sociale della popolazione potrà costantemente migliorare.

Le piantagioni di rose sono importanti nell’economia degli abitanti della regione. WALA si è impegnata ad acquistare tutto l’olio di rosa prodotto dai nostri partner per un periodo di dieci anni.

Altre materie prime, come ad esempio l’olio di ricino pressato a freddo, non esisterebbero in qualità biologica senza l’impegno di WALA. Tramite un’organizzazione non governativa, infatti, è stato stabilito un contatto con alcuni agricoltori indiani, e, grazie anche ad una trattativa onesta sui prezzi, è stato possibile ottenere una certificazione biologica e l’introduzione, nella linea di produzione, di un nuovo mulino per la spremitura dell’olio.

Fai la conoscenza dei nostri partner in India, coltivatori di ricino

Olio di ricino biologico dall’India

Nel momento in cui WALA ha deciso di voler utilizzare olio di ricino di qualità biologica ha dovuto constatare che, da nessuna parte del mondo, era possibile reperirlo. Nel 2005 la responsabile acquisti WALA delle materie prime, Christine Ellinger, ha quindi attivato i suoi contatti in India con l’organizzazione non governativa Satvik e i contadini orientati verso un metodo di coltivazione sostenibile.

Già nel 1995 alcuni contadini indiani, motivati e orientati verso la coltivazione sostenibile, avevano fondato l’organizzazione non governativa Satvik. Il loro obiettivo iniziale era quello di stimolare la cosiddetta agricoltura pluviale nella secca regione dell’India settentrionale di Kutch. Quando, nel 2001, almeno 20.000 persone sono morte a causa di un forte terremoto nella regione e molti dei sopravvissuti hanno perso ogni mezzo di sostentamento, è diventato ancora più importante sviluppare un metodo di coltivazione che comportasse costi inferiori e fosse in grado di mantenere, o addirittura aumentare, la fertilità del terreno. L’impegno di Satvik era reso sempre più necessario.

Per la prima volta un olio di ricino con certificazione biologica

Christine Ellinger, laureata in ecoantropologia e agraria, è arrivata da Satvik nel 2005 con la sua richiesta di ricino biologico, proprio al momento giusto. In quegli anni i contadini producevano già secondo criteri ecosostenibili ma non possedevano la certificazione biologica ufficiale. WALA, grazie a un supporto finanziario dell’attività di consulenza di Satvik e alla sua esperienza pluriennale, ha contribuirto a far certificare come agricoltura biologica l’intera catena di coltivazione e di lavorazione del ricino dall’IMO (organismo del gruppo Ecocert) Questa società di controllo indipendente analizza i prodotti, la coltivazione, lavorazione, importazione e il commercio secondo i punti di vista ecologici determinati dal regolamento CE sull’ecologia. Nel 2005 è così cominciata la collaborazione dalla quale è nato il primo olio di ricino biologico certificato.

Il sogno di lavorare solo con semi di ricino provenienti da coltivazioni biologiche

Dal 2005 Nanalal Satra, proprietario e amministratore delegato di Castor Products Company a Nandgam (Kutch), è in contatto con WALA. Stimolato dalla richiesta di Christine Ellinger, e grazie alla mediazione di Satvik, produce dal 2007 olio di ricino pressato a freddo a partire da semi che acquista, a un prezzo più alto del 15-18% rispetto ai semi di ricino convenzionali, dai contadini a certificazione biologica della regione. Entusiasta del modello di produzione biologica, nel 2009, Nanalal Satra ha costruito una seconda linea di produzione certificata IMO per l’olio di ricino di qualità biologica. Parte del ricavato della vendita di questo olio viene investito per creare spazi sociali e per supportare i contadini che lo desiderano al passaggio alla coltivazione biologica, alla certificazione e al biogas come combustibile per la cucina. In particolare, è già stato concesso il finanziamento per impianti di biogas a 50 contadini grazie al quale una famiglia con una mucca è in grado di preparare tutti i pasti. Nella regione di Kutch, secca e povera di alberi, questa è iniziativa davvero importante.

L’indipendenza finanziaria come grande obiettivo

Attualmente le superfici coltivabili di 140 famiglie hanno ottenuto la certificazione biologica. Producono, su una superficie di circa 1.175 ettari di terreno, circa 277 tonnellate di semi di ricino che assicurano un’entrata fissa. La produzione d’olio di Nanalal Satras di 60 tonnellate all’anno, supera di gran lunga le necessità di WALA e per questo collaboriamo con numerosi altri partner commerciali. “È proprio quello che vogliamo” dice Christine Ellinger. Si tratta di sviluppare e sostenere alcuni progetti produttivi in una regione strutturalmente svantaggiata affinché possa diventare stabile e riuscire a sostenersi in modo indipendente, aiutando localmente le persone a raggiungere l’indipendenza finanziaria e migliori condizioni sociali. Questo può avvenire grazie al fatto che, accanto alla consulenza economica, operano programmi di salute e formazione delle organizzazioni non governative. Anche Christine Ellinger presta particolare attenzione agli aspetti sociali durante le sue visite nell’area. Nel corso della sua ultima visita Nanalal Satra le ha mostrato con orgoglio come sono migliorati gli spazi di aggregazione per i suoi collaboratori. Christine Ellinger ne è davvero felice: “Gli incontri tra le diverse culture sono positivi sotto molteplici aspetti”.